Il cammino verso la croce

chiesa San Marco Milano 2

Domenica 25.03.2012 – h. 16.30
Chiesa di San Marco – Milano

IL CAMMINO VERSO LA CROCE

L’itinerario di ascolto che l’Accademia Corale di Lecco propone questo pomeriggio accompagna Cristo sulla dolorosa via della Croce. Il tema della Passio Domini ha da sempre costituito per i compositori di ogni epoca fonte di partecipata ispirazione, culminata spesso in pagine di assoluto valore artistico.

Nell’odierno programma vengono interpretate alcune di queste composizioni che hanno al centro Cristo con tutta la sua salvifica sofferenza.

Emergerà dall’ascolto una interessante varietà di atteggiamenti compositivi verso il testo sacro che, dagli ultimi echi della polifonia rinascimentale di William Byrd, si dipanerà fino ai giorni nostri, con lo Stabat Mater di Marco Crestani.

Le due parti della meditazione si apriranno con la contemplazione del Corpo martoriato di Cristo, attraverso due differenti letture dell’”Ave verum” di Byrd e Bettinelli, in cui, però, è comune denominatore espressivo l’intensità della preghiera, devota e riconoscente, verso il Salvatore.

I tre responsori di Alessandro Scarlatti sono altrettanti esempi dell’estetica barocca, in cui risulta evidente la commistione fra il percorso ormai conclusivo della modalità e la nascente sensibilità tonale. Si avverte un accostamento molto sanguigno con il testo  e il frequente impiego della dissonanza come mezzo espressivo per sottolineare la drammaticità della singola parola.

I grandi contrasti presenti nei testi dei salmi 2 e 22 sono diventati, rivestiti di suoni, due affreschi corali a 8 voci, in cui tutta la sapienza compositiva di Felix Mendelssohn emerge in maniera impressionante, tale è la varietà di atteggiamenti compositivi nel trattamento della scrittura  policorale.

Altrettanta intensità drammatica, ma dai toni spesso esasperati, la si riscontra anche nei due Mottetti di Francis Poulenc “Timor et tremor” e “Tristis est anima mea”. In questi due brani il dramma dell’uomo è realizzato spingendo sovente ogni sezione del coro in tessiture acute, aspre dissonanze prese di salto, linee melodiche spigolose.

Preceduta dall’intenso e bellissimo improperium “Popule meus” di Lajos Bardos, la “Parasceve Suite “ di György Déak-Bardos viene qui presentata nella versione del 1933, comprendente 8 brani.

Nei primi 5 mottetti in programma, dalla scrittura corale molto compatta, rivestita di procedimenti armonici granitici e pregnanti, si accompagna Cristo nel doloroso e angosciante cammino verso la croce.

Partendo dal Monte degli Ulivi, in cui Gesù ripetutamente esterna la tristezza della sua anima (Tristis est anima mea), ed esorta i suoi apostoli a non abbandonarlo, si passa alla condanna a morte (Crucifigatur!), gridata scompostamente dalla folla. Sulla croce si assiste al perdono pronunciato da Gesù a tutti coloro che stanno per ucciderlo (Pater! Dimitte illis!), perché non sanno quello che fanno. In “Eli! Eli!” Gesù si sente ormai abbandonato e invoca il Padre chiedendogli il perché di tutto ciò. Qui è l’uomo a parlarci dalla croce; la sua voce però ci giunge dapprima strozzata (glissandi), poi sempre più flebile, quasi un sussurro. Alla fine tutto è compiuto (Consummatum est), la morte sta per sopraggiungere: significativa la conclusione in Re maggiore, quasi a significare la funzione salvifica della morte di Cristo per tutta l’umanità.

Ora Cristo è in croce. Ai suoi piedi è sopraggiunta Maria, la Madre dolorosa, che Marco Crestani descrive con una sconcertante essenzialità, con il suo tema singhiozzante e discendente riproposto per tutte le strofe con minime varianti nell’elaborazione, che appaiono però come voragini nelle nostre  insensibili coscienze.

Antonio Scaioli

Concerto Milano San Marco – locandina

Concerto San Marco – volantino colori