Percorsi di ascolto – 2 – L’astromusica

La preghiera dai pianeti

Quando ascoltiamo un brano musicale, e in particolare una composizione per coro, ci capita frequentemente di chiederci quale sia stata la fonte di ispirazione dell’autore, quale suggestione, immagine, stato d’animo abbia voluto trasmetterci. Oppure semplicemente il brano, se basato su testo latino o desunto dalle Sacre Scritture, è stato composto per la liturgia, oppure come preghiera, come bisogno dell’autore di fermarsi un attimo a riflettere, e noi con lui.

Oltre agli aspetti emotivi, che debbono costituire la ragione stessa di fare e ascoltare musica, vi è l’aspetto più strettamente compositivo: cioè il capire qual è la struttura formale del brano, qual è il linguaggio che il compositore ha voluto adottare; in altre parole, attraverso l’analisi scoprire quali strutture musicali sono state adottate dal compositore per scrivere il brano.

Capire qual è la struttura formale di un brano è un’indagine imprescindibile in presenza di una composizione contemporanea.

Questa indagine è imprescindibile soprattutto quando siamo in presenza di una composizione contemporanea, scritta da un autore ancora vivente. Sappiamo che le espressioni artistiche del ‘900, e ancor di più del XXI secolo, presentano una notevole varietà di stili e linguaggi, che vanno dalla rivisitazione del passato (neomadrigalismo modale, neoclassicismo e neoromanticismo per citarne solo alcuni), alle avanguardie, basate sulla ricerca di nuove sonorità e spazializzazioni delle voci.

Il compositore Urmas Sisask durante una conferenza
Il compositore Urmas Sisask nel 2011

Il compositore estone Urmas Sisask, nato nel 1960, si definisce “astromusicista”. All’attività di compositore affianca, infatti, la passione per l’astrologia, e in particolare per lo studio dei pianeti e dei loro movimenti. Ebbene, dalla loro osservazione, Sisask ha dedotto una “scala planetaria”, basata sulle teorie pitagoriche.

Questa scala è composta di sole cinque note: do# re fa# sol# la. Dopo aver codificato tale scala, Sisak scoprì con grande sorpresa che questa successione di suoni esiste già nel sistema musicale giapponese con il nome di kumayoshi. E con queste sole cinque note, sempre le stesse e immutabili, non trasportate, Urmas Sisask ha composto nel 1988 ben 24 inni per coro misto, intitolato “Gloria Patri”. Non conosco un ciclo di composizioni della durata di 85 minuti scritto utilizzando sempre le stesse 5 note. Eppure è stupefacente come Sisask riesca a trovare per ciascuno dei 24 mottetti del ciclo una tale varietà di combinazioni armoniche, contrappuntistiche e formali, unite al sapiente trattamento dello strumento coro. I testi scelti e musicati si dipanano nell’arco di tutto l’anno liturgico; l’Avvento, la nascita, la figura di Maria, la passione , morte e risurrezione di Cristo, fino all’ascesa in cielo.

La magia del suono corale, lo strumento in assoluto più bello, completo ed emozionante che ci è stato donato.

Vorrei proporre 4 brani del ciclo, lasciando alla vostra curiosità il completamento dell’ascolto. “Omnis una”- dove si inneggia alla nascita di Cristo; “Laudate Dominum”- forse il brano più popolare dell’intero ciclo; “Surrexit Dominus” – basato su un “Alleluia” in ostinato ritmico-melodico; “Oremus”- di grande suggestione perché non presenta un testo. La preghiera si dipana partendo dalla lontanissima vibrazione della vocale “m” e poi, attraverso le varie vocali in crescendo fino al fortissimo di tutto il coro; poi, di nuovo con la “m” la preghiera ritorna nell’intimo di ogni ascoltatore, regalandoci 5 minuti di suggestiva emozione e meditazione.

L’esecuzione del secondo, terzo e quarto brano è realizzata dal St. Jacobs Vocal Ensemble di Stoccolma, uno dei migliori cori del mondo, insieme al suo direttore Gary Graden. Come vedrete, il coro è schierato in cerchio con la sola illuminazione dei leggii dei singoli cantori; sullo sfondo, le immagini “planetarie” creano un emozionante e suggestivo connubio. Ciò ci consente di immergerci totalmente nella magia del suono corale, lo strumento in assoluto più bello, completo ed emozionante che ci è stato donato.

Buon ascolto

Antonio Scaioli

Omnis Una

Laudate Dominum

Surrexit Dominus

Oremus

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