Percorsi di ascolto – 1 – Luigi Dallapiccola: Coro delle malmaritate e Coro dei malammogliati

Un ascolto al giorno” è un’idea del Direttore dell’Accademia Corale di Lecco, il Maestro Antonio Scaioli, rivolta ai suoi cantori durante il forzato periodo di interruzione dell’attività corale. Si tratta di una proposta quotidiana di ascolto inoltrata a tutti i cantori tramite il gruppo WhatsApp e che è stata suddivisa sostanzialmente in tre grandi ambiti: la musica sinfonico-corale, il repertorio sacro e profano per coro a cappella e alcuni capolavori della musica da camera e sinfonica.

Ogni brano proposto è stato accompagnato da una guida all’ascolto per permettere al cantore di contestualizzare e capire il brano dal punto di vista storico, testuale ed estetico.

Ora l’Accademia corale vuole farsi divulgatrice culturale, condividendo con chi lo desidera un percorso d’ascolto settimanale ben strutturato a partire dalle proposte fatte dal maestro Scaioli nell’iniziativa “Un ascolto al giorno“.

Vogliamo iniziare con la proposta di una serie di brani composti fra la seconda metà del ‘900 e i giorni nostri. La musica di epoca moderna e contemporanea ha sempre trovato grande spazio nel repertorio dell’Accademia corale di Lecco. Esso offre, infatti, una interessante varietà di linguaggi e di approccio allo strumento coro da parte dei compositori.

Luigi Dallapiccola: Coro delle malmaritate e Coro dei malammogliati

Il primo brano che pubblichiamo fa parte dei “Sei cori di Michelangelo Buonarroti il giovane” di Luigi Dallapiccola, uno dei massimi compositori italiani del XX° secolo, che ha dato importanti contributi alla musica corale.


I due brani qui proposti, “Coro delle malmaritate” e Coro dei malammogliati” rientrano in quella corrente compositiva che va sotto il nome di “neomadrigalismo”.
Peculiari caratteristiche sono: adozione di testi di poeti rinascimentali, grande attenzione alla comprensibilità delle parole e alla loro accentuazione; adozione di un linguaggio armonico che guarda al passato, in particolare alla modalità rinascimentale rivisitata.
I testi di questi due capolavori sono di Michelangelo Buonarroti il giovane e, come si può notare dalla loro lettura, è ricco di immagini, di situazioni contrastanti e intrise di umorismo, che Dallapiccola pone in evidenza con un trattamento dello strumento coro veramente sapiente e calibrato, in cui ciascuna delle sei voci contribuisce allo stretto connubio con ogni singola parola. È un susseguirsi di “madrigalismi”, cioè di una volontà del compositore di “farci vedere” con la musica la parola o l’immagine che essa evoca: dall’ascolto si capirà perfettamente quando ciò accade: verremo catturati da accordi ora luminosi, ora più increspati, se la parola che viene musicata esprime gioia o tristezza; ora sarà il ritmo a farsi carico di descriverci ciò che sta succedendo; infine le innumerevoli combinazioni vocali ci cattureranno l’attenzione catapultandoci in una nuova situazione testuale. Tutto ciò viene realizzato da Dallapiccola sempre con elegante umorismo e senza mai esasperare le singole voci. È un modo di cantare che deve essere molto partecipato e recitato; e bisogna farlo divertendosi e divertendo chi ascolta.

La presente esecuzione ha il pregio di contenere tutte queste caratteristiche, riscontrando una eccellente intonazione, grande aderenza interpretativa allo spartito, una dizione chiara e una apprezzabilissima varietà nelle dinamiche. Ne deriva un ascolto molto coinvolgente, grazie anche alla sapienza compositiva del nostro autore. Ci auguriamo che l’ascolto di questi due brani stimolino la curiosità di conoscere altri autori “Neomadrigalistici” novecenteschi, quali Bruno Bettinelli, Ildebrando Pizzetti, Pietro Clausetti.

Buon ascolto!

Antonio Scaioli

Di seguito i testi dei due brani proposti:

Coro delle Malmaritate

All’altrui spese, donzelle imparate,
All’altrui spese, imparate donzelle,
Per non aver a dir piangendo poi:
Triste, mal maritate!
Quant’era me’ per noi
Chiuderci per le celle
Scavezzarci le chiome,
Mutarci abito e nome,
Vestir nero, bigio o bianco,
Arrandellarci il fianco
Di cordigli e di cuoi,
Quant’era me’ per noi
Levarci a’ mattutini,
Dar mano a’ lumicini
Prima che canti ‘l gallo!
Cacciarci in un Bigallo,
Entrare in un Rosano,
Metterci in un Majano,
Al Portico, al Boldrone
Darci, o ‘n Pian di Mugnone
Farci vestir a Lapo,
O ver ficcare ‘l capo
‘N un Monticel di buoi
Quant’era me’ per noi! Però imparate
E pensateci ben ben ben ben prima,
Che’ non vi s’abbia a dir poi, lima, lima.

Coro dei Malammogliati

Chi imparar vuole a tòr moglie
Mastri esperti eccoci qui;
E diciam che chi la toglie
Dato aver vedrà in duo dì
‘N una diavola infernale,
‘N una zucca senza sale.

Me ne stetti al detto altrui:
Un buon uom mi disse: « Fa »;
Oh minchion, minchion ch’io fui!
Inciampai (e ben mi sta)
‘N una diavola infernale,
‘N una zucca senza sale.

Ohimè! che per bellezza
Ch’era tutta frondi e fior
Colsi poi frutti d’asprezza,
M’incontrai, ebbro d’amor,
‘N una diavola infernale,
‘N una zucca senza sale.

Zie, sorelle, madri e nonne
Lo staranno a inzipillar,
E dieci altre mone Cionne
Per finirlo d’affogar
‘N una zucca senza sale.
‘N una zucca senza sale.

 

 

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